Danni da infortunio sul lavoro
Il lavoratore che non è in grado di eseguire la propria attività a causa di un infortunio occorso durante lo svolgimento delle proprie mansioni o nel tragitto casa-lavoro (c.d. infortunio in itinere) oppure ancora per aver contratto una patologia professionale potrà ottenere il pagamento di un indennizzo e, a seconda dei casi, anche un risarcimento dal proprio datore di lavoro.
Al fine di garantire la suddetta prestazione indennitaria i datori di lavoro sono tenuti al pagamento di un’assicurazione obbligatoria contro gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali cui possono essere appunto esposti i propri dipendenti.
In altri termini, per tutelarsi contro questi eventi dannosi, la parte datoriale paga un premio assicurativo destinato a finanziare un’apposita indennità economica che sarà erogata dall’INAIL per coprire i periodi di malattia cui sono costretti i lavoratori infortunati.
In altri casi, invece, il dipendente ha diritto al risarcimento del danno subito, che si aggiunge all’indennizzo INAIL, quando la responsabilità dell’incidente è riconducibile in capo al suo datore di lavoro che ha mancato di osservare le norme in materia di sicurezza sul lavoro.
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Infortunio sul lavoro Controllo
Nell’ipotesi d’infortunio occorso sul lavoro o di patologie professionali contratte sempre in ambito lavorativo che rendono il lavoratore temporaneamente inabile al lavoro, quest’ultimo, durante il periodo di malattia, potrebbe rischiare di ricevere una visita fiscale presso il proprio domicilio?
È bene al riguardo ricordare che la posizione del lavoratore infortunatosi sul luogo di lavoro o di una malattia contratta in occasione dello svolgimento delle proprie mansioni lavorative (c.d. tecnopatia) non rientra nell’ambito di competenza dell’INPS, ma è gestita direttamente dell’INAIL che, dal canto suo, anziché disporre visite fiscali a domicilio – procedura generalmente adottata proprio dall’INPS – convoca il lavoratore direttamente presso la propria sede al fine di accertare l’effettività dell’infortunio o della malattia contratta.
Infortunio sul lavoro INAIL
In caso di infortunio sul lavoro o di patologia professionale, la copertura economica dei giorni di malattia del lavoratore dipendente è ripartita tra azienda e INAIL:
Nello specifico, il giorno in cui si verifica l’infortunio la retribuzione è interamente a carico della parte datoriale; allo stesso modo, i tre giorni successivi sono anch’essi interamente a carico del datore di lavoro (si parla di “periodo di carenza”);
Invece, a partire dal quarto giorno successivo a quello dell’infortunio e fino al rientro al lavoro il trattamento economico viene posto a carico dell’ente assicuratore INAIL.
L’indennità INAIL varia a seconda della durata dell’infortunio. Questa è calcolata in percentuale rispetto alla c.d. “Retribuzione media giornaliera” percepita dal dipendente:
- 60% della Retribuzione media giornaliera per i giorni di assenza dal quarto al novantesimo;
- 75% della Retribuzione media giornaliera per i giorni di assenza dal novantunesimo fino alla guarigione.
La prestazione indennitaria viene erogata dall’INAIL a copertura di tutti i giorni di assenza. Le somme a carico dell’ente, su richiesta dello stesso, vengono anticipate in busta paga dal datore di lavoro che sarà poi rimborsato dall’ente medesimo.
Terminato il periodo d’inabilità temporanea, il lavoratore sarà sottoposto a visita medico-legale dall’INAIL al fine di valutare la presenza di eventuali postumi.
Infortunio sul lavoro Risarcimento
Come noto, l’infortunio sul lavoro può avvenire essenzialmente per due ragioni: a causa di una tragica fatalità oppure per il mancato rispetto delle norme anti infortunistiche.
Nel primo caso, accertati la presenza di postumi, il lavoratore riceverà dall’INAIL un indennizzo (una tantum) per danno biologico pari o superiore al 6% e inferiori al 16%, e qualora la percentuale di danno risultasse pari o superiore al 16% il lavoratore maturerebbe il diritto a percepire una rendita vitalizia (pensione), e ciò secondo quanto previsto dalla “tabella indennizzo danno biologico” e dalla “tabella dei coefficienti”. Alcun indennizzo è invece prevista nel caso di invalidità inferiore al 6%, (c.d. franchigia).
Nella caso di mancato rispetto delle norme antinfortunistiche, invece, il datore di lavoro è inadempiente rispetto agli obblighi di sicurezza che sullo stesso gravano, e il lavoratore infortunato potrà agire in sede civile per far accertare la responsabilità del datore e ottenere, quindi, il risarcimento dei danni patiti.
Più nello specifico, in quest’ultimo caso il lavoratore potrà conseguire il risarcimento del c.d. danno differenziale, il quale consiste, in sostanza, nella differenza tra la somma che il lavoratore percepisce a titolo di indennizzo dall’INAIL e quella che gli viene corrisposta a titolo risarcitorio, allorquando il danno da infortunio sia derivato per accertata responsabilità del suo datore.
Il danno differenziale è una voce di danno molto importante perché comprende al suo interno: il risarcimento del danno biologico inferiore al 6% del danno patrimoniale, del danno esistenziale, del danno morale – anche dei familiari superstiti – la perdita di possibilità professionali e di carriera e tutte le altre voci di danno NON indennizzate dall’INAIL.
Alcune info su “infortunio sul lavoro in nero”
Con il termine lavoro nero s’intende quel rapporto di lavoro irregolare, poiché il datore si avvale delle prestazioni professionali o lavorative di un dipendente senza che le due parti abbiano sottoscritto un regolare contratto; questo significa nessuna garanzia per il dipendente – parte debole del rapporto – il quale risulta privo di ogni copertura previdenziale e assicurativa.
Le sanzioni irrigate nei confronti della parte datoriale che assume in nero sono puntualmente indicate nel Decreto Semplificazioni (d.lgs. 151/2015) attuativo del Jobs Act.
Il legislatore ha usato il pugno duro per chi assume un dipendente senza regolare contratto, prevedendo sanzioni che possono arrivare fino a € 36.000,00.
In particolare, l’importo della sanzione comminata al datore di lavoro varia in base ai giorni d’impiego del dipendente in nero, secondo lo schema di seguito rappresentato:
- multa da 1.500€ a 9.000€ per ogni lavoratore irregolare entro i 30 giorni di impiego effettivo;
- multa da 3.000€ a 18.000€ per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo compreso tra i 31 e i 60 giorni;
- multa da 6.000€ a 36.000€ per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo superiore ai 60 giorni.
Ebbene, malgrado, nel corso degli anni, il legislatore abbia inasprito le sanzioni nei confronti dei datori di lavoro proprio allo scopo di contenere e, soprattutto, contrastare il fenomeno del lavoro in nero, secondo gli ultimi dati statistici nel nostro Paese ci sono 3,3 milioni di lavoratori in nero, per un “mercato” di 77,3 miliardi di fatturato (con il quale al Fisco vengono sottratti più di 42 miliardi di euro).
Lo Studio Legale Lazzari, da anni, si batte per la difesa dei diritti dei lavoratori dipendenti costretti a lavorare a nero per fronteggiare uno grave stato di bisogno economico.
Gli Avvocati dello Studio Legale Lazzari, che negli anni hanno maturato un’elevata esperienza nell’ambito del diritto del lavoro, prestano consulenza e assistenza giudiziale e stragiudiziale a favore dei lavoratori che intendono rivendicare i propri diritti (differenza retributive, TFR, rispristino della posizione contributiva, licenziamento illegittimo, mobbing…) nei confronti del datore di lavoro.