Lago Gerundo
Cosa c’è di più rilassante di un lago, con le sue rive e l’acqua dolce che donano? Anche se non tutti i laghi sono uguali, di certo tra i laghi lombardi il Gerundo è uno dei più particolari perché… non c’è più!
La sua storia parla di un lago o mare Gerundo, detto anche Gerondo, formato da un ampio bacino stagnante e a regime instabile, presente nel passato tra i letti dei fiumi Adda e Serio. Vediamo dagli studi e rilievi esistenti, come questo lago della Lombardia si è formato e poi scomparso.
Un antico lago preistorico in Lombardia
Il Gerundo non ha descrizioni storiche scritte, ma solo poche fonti di accenno e testimonianze orali, racconti che confermano i dati geologici. Sembra essere nato in epoca preistorica, quando le tante inondazioni fluviali della zona, crearono una sorta di palude costituita da strati di ghiaia, ricoperti da circa mezzo metro di torba.
È la ghiaia, forse, ad aver dato il nome a questo bacino acquitrinoso, (géra o gérola in dialetto). In alternativa si potrebbe chiamare così dal termine greco gyrus ovvero spirale. Questo deriverebbe dalle contorsioni delle acque e dei fiumi, abbondanti nel territorio un tempo occupato dal lago Gerundo.
Si trattava della zona che oggi racchiude il nord di Cremona, Lodi, Crema fino alla zona a sud di Bergamo, anticamente solcata in modo più “agitato” dai fiumi Adda, Serio, Oglio, Lambro e Silero. La sponda orientale del Gerundo arrivava secondo alcuni studiosi a Fara Olivana, inglobando Crema, Grumello Cremonese, le valli del Chiese e dell’Oglio. Una zona profonda ancora oggi si può notare in un’area con una scarpata, l’antico letto del Gerundo, nelle zone da Cassano a Castiglione, nella sponda occidentale dell’Adda.
Il centro del lago, un lunga striscia di terra iniziava a Caravaggio, arrivava a Crema e fino a Castelleone. Un altro territorio legato al lago Gerundo è il promontorio della Fulcheria, unica zona fertile al centro dell’arida superficie di ghiaia.
Le tante sorgenti del fiume Tormo, nella pianura dell’Adda alluvionale, non essendo incanalate, potrebbero aver formato queste zone paludose.
La zona era già abitata dai galli intorno al III secolo a.C. In epoca romana passava anche una strada da Milano a Cremona, attraversando la parte più praticabile del Lago Gerundo. Ci sono degli accenni a questo acquitrino nell’età classica, ma solo nel medioevo una fonte del XII secolo, cita degli ormeggi per le barche, tenendo memoria della palude.
Il drago del lago Gerundo
I racconti più interessanti, forse sono quelli relativi ai fantastici abitanti del lago, dei misteriosi draghi acquatici.
Serpenti dall’alito terrificante, che terrorizzavano gli abitanti delle coste: a Calvenzano, c’è ancora via della biscia, che sembra derivi dal mostro lacustre sempre in agguato secondo la leggenda!
Di reale ci sono dei reperti ossei, in alcune chiese nella zona del lago Gerundo, che si pensava appartenessero ai draghi. Ad esempio, ad Almenno S. Salvatore, dal soffitto pende una costola di oltre due metri, che sarebbe derivata da un orribile creatura del fiume Brembo.
Un’altra costola si trova nella parrocchia di San Bassiano a Pizzighettone, e una simile nel Santuario della Natività della Beata Vergine di Sombreno. Quest’ultima fu studiata da un naturalista, che la identificò come ossa di mammut!
A Lodi il serpentone malefico si chiamava Taranto o Tarantasio, e il suo presunto scheletro fu rinvenuto nell’Adda durante una bonifica nel medioevo, e conservato nella chiesa di San Cristoforo. Sembra che non sia un reperto fossile, e chi ama il mistero sicuramente vorrà saperne di più…
Un’altra leggenda vuole che il mostro del lago Gerundo fosse ucciso da Umberto Visconti nel XIII secolo, e la nobile famiglia milanese mise così nel suo stemma un serpente che ingoia un uomo…
Di realistico ci sono degli studi che hanno collegato il respiro mortale del drago, alle esalazioni di zolfo, metano e idrogeno solforato che appestavano l’ambiente lacustre e fangoso.
L’animale fantastico, era in realtà l’incarnazione di una situazione negativa per la salute delle popolazioni intorno al lago acquitrinoso. Una volta bonificato il terreno circostante il Gerundo, dai monaci delle abbazie del territorio lombardo e dei lodigiani, le acque iniziarono ad assestarsi, con un drenaggio naturale che portò anche ai depositi di materiale nella confluenza tra l’Adda e il Po.
Curiosi di fare un giro sulle orme paludose del lago Gerundo?